Il testamento e altre poesie

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Universalmente considerato come uno dei piú grandi poeti di tutti i tempi, Villon è stato spesso interpretato dai critici e dai traduttori come un poeta maledetto, antesignano degli eroi romantici. Oggi sappiamo che Villon non era affatto un poeta ingenuo e istintivo, che padroneggiava straordinariamente gli strumenti tecnici e retorici della poesia del suo tempo. Però è pur vero che la sua opera contiene in sé un germe di deviazione e di provocazione che va al di là dei generi letterari codificati a cui appartiene. E questo germe ha continuato a svilupparsi nei secoli, fino ai rapper di oggi, come azzarda suggestivamente Aurelio Principato nella sua introduzione, facendo di Villon l'archetipo di una «funzione» poetica che ha attraversato e segnato la storia della cultura occidentale.
In questa nuova edizione delle sue poesie piú importanti la traduzione è condotta in versi, recuperando il piú possibile anche le rime e il tessuto sonoro dei testi. La scommessa è reinterpretare fedelmente Villon restituendone anche la forza ritmica che permette alle sue parole di risuonare fino a noi, e oltre.

«In questa celebrazione della vita e di piaceri poco spirituali c'è una malinconia vera, un senso di precarietà e di decadenza. Un'allegria sfrenata gremisce quadri pittoreschi sul cui sfondo traspare una danza macabra, o pendono gli impiccati in mezzo al paesaggio, come in certe tavole di Bruegel. Sulla caricatura e la parodia, è la melanconia che si impone».

Cesare Segre

Universalmente considerato come uno dei piú grandi poeti di tutti i tempi, Villon è stato spesso interpretato dai critici e dai traduttori come un poeta maledetto, antesignano degli eroi romantici. Oggi sappiamo che Villon non era affatto un poeta ingenuo e istintivo, che padroneggiava straordinariamente gli strumenti tecnici e retorici della poesia del suo tempo. Però è pur vero che la sua opera contiene in sé un germe di deviazione e di provocazione che va al di là dei generi letterari codificati a cui appartiene. E questo germe ha continuato a svilupparsi nei secoli, fino ai rapper di oggi, come azzarda suggestivamente Aurelio Principato nella sua introduzione, facendo di Villon l'archetipo di una «funzione» poetica che ha attraversato e segnato la storia della cultura occidentale.
In questa nuova edizione delle sue poesie piú importanti la traduzione è condotta in versi, recuperando il piú possibile anche le rime e il tessuto sonoro dei testi. La scommessa è reinterpretare fedelmente Villon restituendone anche la forza ritmica che permette alle sue parole di risuonare fino a noi, e oltre.

«In questa celebrazione della vita e di piaceri poco spirituali c'è una malinconia vera, un senso di precarietà e di decadenza. Un'allegria sfrenata gremisce quadri pittoreschi sul cui sfondo traspare una danza macabra, o pendono gli impiccati in mezzo al paesaggio, come in certe tavole di Bruegel. Sulla caricatura e la parodia, è la melanconia che si impone».

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